L'eccidio di Malga Sivagno

Il 30 dicembre 1943 presso Malga Silvagno (altopiano dei Sette Comuni, Vicenza) quattro partigiani garibaldini furono uccisi da una formazione partigiana badogliana.

Per molto tempo si parlò genericamente di "regolamento di conti" (Wikipedia) e nella lapide posta dall'ANPI sul luogo, nel 2012, è addirittura scritto che i garibaldini "caddero per mano di alcuni loro compagni", quasi che questi "loro compagni" fossero anch'essi garibaldini.
Varie ricerche, e in particolare il lungo lavoro svolto da Ugo De Grandis, hanno definitivamente chiarito che si è trattato del drammatico epilogo di un violento scontro politico fomentato dalle fazioni anticomuniste del CLN vicentino.
Il PCI, a torto o a ragione, nel dopoguerra non volle andare del tutto a fondo della vicenda, per non inasprire le tensioni politiche e incrinare lo spirito unitario della Resistenza.
Esattamente il contrario di quanto hanno sempre fatto l'Associazione Partigiani Osoppo, la DC e le destre, in merito alla strage di Porzûs: tragico episodio utilizzato per decenni al fine di screditare le Brigate Garibaldi.