Anche
quando eravamo soli con Eichmann e i drink avevano scorso liberamente,
in modo tale che egli era del suo umore più espansivo, mostrava
di essere completamente ossessionato dall’idea di distruggere ogni
singolo giudeo su cui avesse potuto mettere le mani.
Il
processo di selezione, che avveniva sulla piattaforma di scarico, era
di per se stesso pieno di incidenti. ll frazionamento delle famiglie e
la separazione degli uomini dalle donne e dai bambini causava molta agitazione
e diffondeva agitazione in tutto il trasporto. Era ancora più aumentato
dalla separazione di quelli abili al lavoro. Le famiglie volevano a tutti
i costi restare insieme.
Quelli
che erano stati selezionati correvano indietro verso i membri delle loro
famiglie. Le madri con i bambini spingevano per raggiungere i loro mariti
o i figli più grandi che erano stati selezionati per il lavoro.
Spesso la confusione era così grande che la selezione doveva essere
ricominciata da capo.
Lo
spazio limitato a nostra disposizione non permetteva di applicare delle
misure di separazione più efficaci. Tutti i tentativi di calmare
i prigionieri agitati erano inutili. È stato spesso necessario
ricorrere alla forza per ristabilire l’ordine.
Lo
sguardo implorante negli occhi di una madre che certo sapeva cosa stava
accadendo è qualcosa che non dimenticherò mai. La gente
che si trovava già nelle camere a gas incominciava ad agitarsi
ed io dovevo agire. Tutti mi stavano guardando. Io feci un cenno col capo
ad un ufficiale subalterno, lui prese in braccio i bambini che resistevano
piangendo e li portò nella camera a gas, accompagnati dalla madre
che piangeva nel modo più straziante.
I
bambini più piccoli di solito piangevano a causa della stranezza
dell’ambiente inusuale, ma quando le madri o i membri dello speciale
distaccamento li confortavano, diventavano calmi ed entravano nelle camere
a gas giocando o scherzando l’un con l’altro e portando tra
le braccia i loro giocattoli.
Una
donna mi si avvicinò mentre passava e, indicando i suoi quattro
figli, il più vecchio dei quali stava aiutando con aria virile
il più piccolo a camminare sul terreno accidentato, sussurrò:
“Come potete arrivare a decidere di uccidere dei bambini così
belli e dolci? Non avete cuore?”
A
volte alcune donne si mettevano improvvisamente ad urlare in maniera terribile,
mentre venivano spogliate o rasate, e a gesticolare e strillare come folli.
Queste venivano immediatamente portate dietro l’edificio ed uccise
con un colpo alla nuca con un’arma di piccolo calibro.
Le
donne entravano per prime con i loro figli, seguite dagli uomini, sempre
minori di numero.
Le
porte dovevano ora essere rapidamente sigillate ed il gas immediatamente
scaricato dai “disinfestatori” già in attesa attraverso
delle aperture nel soffitto. Il gas veniva anche portato tramite dei condotti
al pavimento, per permettere una rapida distribuzione.
Si
poteva osservare, attraverso lo spioncino nella porta, che chi stava vicino
alle aperture e ai condotti moriva immediatamente. Si può dire
che circa un terzo moriva subito. Gli altri iniziavano a vacillare e cominciavano
a gridare in cerca d’aria. Le grida, comunque, presto si trasformavano
nel rantolo della morte.
Dopo
20 minuti al massimo non si vedeva più alcun movimento. Il tempo
richiesto dal gas per fare effetto variava da 5 a 10 minuti, a seconda
se il clima era umido o asciutto, freddo o caldo. Dipendeva anche dalla
qualità del gas, che non era mai la stessa, e anche dalla composizione
del gruppo: se erano giovani o vecchi, in salute o malati.
La
porta veniva aperta dopo mezz’ora dall’induzione del gas ed
iniziava la ventilazione. Il lavoro di rimozione dei cadaveri iniziava
subito. Un gruppo speciale si occupava di rimuovere i denti d’oro
e rasare i capelli alle donne. Poi i corpi venivano raccolti da speciali
carrelli e depositati di fronte ai forni.
A
seconda della taglia, fino a tre cadaveri potevano essere messi in un
unico forno. I crematori 1 e 2 potevano cremare circa 2.000 corpi in 24
ore.
Durante
il periodo in cui i forni venivano fatti bruciare continuamente, senza
sosta, le ceneri cadevano attraverso le grate e venivano costantemente
rimosse e ridotte in polvere. Poi venivano portate con dei camion verso
la Vistola, dove venivano scaricate nell’acqua. Immediatamente venivano
trascinate via dalla corrente e dissolte.
Già
dalle prime cremazioni all’aria aperta era apparso evidente che
questo metodo non sarebbe stato utilizzabile nel lungo termine. Quando
c’era brutto tempo o forte vento, l’odore di carne bruciata
si spandeva attorno per molte miglia… o più ancora; il servizio
di difesa aerea protestò per via dei fuochi che potevano essere
visibili da grande distanza di notte. Nondimeno, le cremazioni continuarono,
anche di notte.
Action
Reinhard: questo era il nome in codice dato alla raccolta,
scelta ed utilizzo di tutti gli oggetti provenienti dalla deportazione
e dallo sterminio degli ebrei.
Questa
operazione ha permesso di realizzare un valore incredibile: molti milioni
di sterline. Trenta nuove baracche furono riempite con questi prodotti,
mentre montagne di effetti non selezionati erano accatastati intorno alle
baracche stesse.
Quando
il processo di cernita a seguito di ogni grossa operazione veniva concluso,
gli oggetti di valore ed i soldi venivano impacchettati sui camion e spediti
all’ufficio centrale di amministrazione economica di Berlino e,
da lì, alla Reichsbank.
L’oro
dei denti veniva fuso in barre dai dentisti dell’ospedale delle
SS ed inviato mensilmente alla direzione centrale dei servizi sanitari.
I
capelli tagliati alle donne venivano inviati ad una ditta in Baviera ed
utilizzati per lo sforzo bellico.
Gli
abiti non più utilizzabili venivano recuperati dall’industria
tessile, mentre le scarpe venivano tagliate in pezzi e ricucite, per quanto
possibile.
* da non confondersi con Rudolf Hess, il delfino di Hitler; Höss
fu catturato e impiccato.
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