Dichiarazioni di Rudolf Höss * ex comandante di Auschwitz


Anche quando eravamo soli con Eichmann e i drink avevano scorso liberamente, in modo tale che egli era del suo umore più espansivo, mostrava di essere completamente ossessionato dall’idea di distruggere ogni singolo giudeo su cui avesse potuto mettere le mani.

Il processo di selezione, che avveniva sulla piattaforma di scarico, era di per se stesso pieno di incidenti. ll frazionamento delle famiglie e la separazione degli uomini dalle donne e dai bambini causava molta agitazione e diffondeva agitazione in tutto il trasporto. Era ancora più aumentato dalla separazione di quelli abili al lavoro. Le famiglie volevano a tutti i costi restare insieme.

Quelli che erano stati selezionati correvano indietro verso i membri delle loro famiglie. Le madri con i bambini spingevano per raggiungere i loro mariti o i figli più grandi che erano stati selezionati per il lavoro. Spesso la confusione era così grande che la selezione doveva essere ricominciata da capo.

Lo spazio limitato a nostra disposizione non permetteva di applicare delle misure di separazione più efficaci. Tutti i tentativi di calmare i prigionieri agitati erano inutili. È stato spesso necessario ricorrere alla forza per ristabilire l’ordine.

Lo sguardo implorante negli occhi di una madre che certo sapeva cosa stava accadendo è qualcosa che non dimenticherò mai. La gente che si trovava già nelle camere a gas incominciava ad agitarsi ed io dovevo agire. Tutti mi stavano guardando. Io feci un cenno col capo ad un ufficiale subalterno, lui prese in braccio i bambini che resistevano piangendo e li portò nella camera a gas, accompagnati dalla madre che piangeva nel modo più straziante.

I bambini più piccoli di solito piangevano a causa della stranezza dell’ambiente inusuale, ma quando le madri o i membri dello speciale distaccamento li confortavano, diventavano calmi ed entravano nelle camere a gas giocando o scherzando l’un con l’altro e portando tra le braccia i loro giocattoli.

Una donna mi si avvicinò mentre passava e, indicando i suoi quattro figli, il più vecchio dei quali stava aiutando con aria virile il più piccolo a camminare sul terreno accidentato, sussurrò: “Come potete arrivare a decidere di uccidere dei bambini così belli e dolci? Non avete cuore?”

A volte alcune donne si mettevano improvvisamente ad urlare in maniera terribile, mentre venivano spogliate o rasate, e a gesticolare e strillare come folli. Queste venivano immediatamente portate dietro l’edificio ed uccise con un colpo alla nuca con un’arma di piccolo calibro.

Le donne entravano per prime con i loro figli, seguite dagli uomini, sempre minori di numero.

Le porte dovevano ora essere rapidamente sigillate ed il gas immediatamente scaricato dai “disinfestatori” già in attesa attraverso delle aperture nel soffitto. Il gas veniva anche portato tramite dei condotti al pavimento, per permettere una rapida distribuzione.

Si poteva osservare, attraverso lo spioncino nella porta, che chi stava vicino alle aperture e ai condotti moriva immediatamente. Si può dire che circa un terzo moriva subito. Gli altri iniziavano a vacillare e cominciavano a gridare in cerca d’aria. Le grida, comunque, presto si trasformavano nel rantolo della morte.

Dopo 20 minuti al massimo non si vedeva più alcun movimento. Il tempo richiesto dal gas per fare effetto variava da 5 a 10 minuti, a seconda se il clima era umido o asciutto, freddo o caldo. Dipendeva anche dalla qualità del gas, che non era mai la stessa, e anche dalla composizione del gruppo: se erano giovani o vecchi, in salute o malati.

La porta veniva aperta dopo mezz’ora dall’induzione del gas ed iniziava la ventilazione. Il lavoro di rimozione dei cadaveri iniziava subito. Un gruppo speciale si occupava di rimuovere i denti d’oro e rasare i capelli alle donne. Poi i corpi venivano raccolti da speciali carrelli e depositati di fronte ai forni.

A seconda della taglia, fino a tre cadaveri potevano essere messi in un unico forno. I crematori 1 e 2 potevano cremare circa 2.000 corpi in 24 ore.

Durante il periodo in cui i forni venivano fatti bruciare continuamente, senza sosta, le ceneri cadevano attraverso le grate e venivano costantemente rimosse e ridotte in polvere. Poi venivano portate con dei camion verso la Vistola, dove venivano scaricate nell’acqua. Immediatamente venivano trascinate via dalla corrente e dissolte.

Già dalle prime cremazioni all’aria aperta era apparso evidente che questo metodo non sarebbe stato utilizzabile nel lungo termine. Quando c’era brutto tempo o forte vento, l’odore di carne bruciata si spandeva attorno per molte miglia… o più ancora; il servizio di difesa aerea protestò per via dei fuochi che potevano essere visibili da grande distanza di notte. Nondimeno, le cremazioni continuarono, anche di notte.

Action Reinhard: questo era il nome in codice dato alla raccolta, scelta ed utilizzo di tutti gli oggetti provenienti dalla deportazione e dallo sterminio degli ebrei.

Questa operazione ha permesso di realizzare un valore incredibile: molti milioni di sterline. Trenta nuove baracche furono riempite con questi prodotti, mentre montagne di effetti non selezionati erano accatastati intorno alle baracche stesse.

Quando il processo di cernita a seguito di ogni grossa operazione veniva concluso, gli oggetti di valore ed i soldi venivano impacchettati sui camion e spediti all’ufficio centrale di amministrazione economica di Berlino e, da lì, alla Reichsbank.

L’oro dei denti veniva fuso in barre dai dentisti dell’ospedale delle SS ed inviato mensilmente alla direzione centrale dei servizi sanitari.

I capelli tagliati alle donne venivano inviati ad una ditta in Baviera ed utilizzati per lo sforzo bellico. Gli abiti non più utilizzabili venivano recuperati dall’industria tessile, mentre le scarpe venivano tagliate in pezzi e ricucite, per quanto possibile.

* da non confondersi con Rudolf Hess, il delfino di Hitler; Höss fu catturato e impiccato.