L'Internazionale è la più conosciuta canzone socialista e comunista, ed è diventatata l'inno dei lavoratori in tutto il mondo e si può dire che ne esista una versione quasi in ogni lingua parlata sul pianeta.



Le parole originali furono scritte nel 1871 da Eugène Pottier, operaio e poeta, per celebrare la Comune di Parigi, a cui aveva partecipato attivamente; Pierre de Geyter scrisse la musica nel 1888 e fino ad allora il canto veniva generalmente intonato sull'aria della Marsigliese (composta nel 1792 come Canto di guerra dell'Armata del Reno).



All'inizio del XX secolo in molti paesi l'Internazionale era proibita a causa del suo carattere esplicitamente rivoluzionario e delle sue liriche d'ispirazione insurrezionalista. Già nei primi anni del ‘900, comunque, era cantata in tutta Europa: nel 1904 è intonata al secondo Congresso dell’Internazionale dei lavoratori e col successivo (1910, Stoccarda) è proclamata canto universale del movimento operaio.
L'Internazionale divenne dunque l'inno del socialismo rivoluzionario, ed il suo ritornello è molto chiaro: C'est la lutte finale / Groupons-nous et demain / L'Internationale / Sera le genre humain (È la lotta finale / Uniamoci e domani / l'Internazionale / Sarà il genere umano). Tradizionalmente è cantata col pugno chiuso levato.



La traduzione italiana non è molto fedele e nacque da un concorso indetto dal giornale satirico L’Asino nel 1901: vinse la versione firmata con lo pseudonimo "E. Bergeret" (non si sa con esattezza a chi appartenga) e in questa forma è cantata ancora oggi.



La seconda strofa francese rieccheggia i "tre ideali traditi" della Rivoluzione dell'89, un tema caro ai canti socialisti ottocenteschi e di inizio Novecento in quanto il movimento operaio era visto come il prosecutore e il coronatore della lotta dei proletari parigini. L'ultimo verso dell'ultima strofa fa riferimento ancora una volta alla Rivoluzione Francese e in particolare al mese di germinal (corrispondente nel calendario rivoluzionario al periodo dal 21 marzo al 19 aprile), e quindi l'inizio della primavera, inteso simbolicamente come la nascita della società proletaria.



La versione russa venne tradotta nel 1902 e fu pubblicata a Londra sulla rivista dell'emigrazione Žizn' (Vita): con la Rivoluzione d'Ottobre divenne di fatto l'inno del nuovo Stato e con la costituzione dell'Unione Sovietica (1922) fu assunta ufficialmente come inno nazionale. Nel 1943 - anche in riferimento allo scioglimento del Cominform, cioè al venir meno di un organismo centralizzato di comando dei partiti comunisti - fu sostituita da un inno creato appositamente da due compositori sovietici.



L'Internazionale viene cantata non solo dai comunisti ma, in molti paesi, anche dai socialisti e dai socialdemocratici. Fu anche il motivo cantato dagli studenti durante le proteste di Piazza Tienanmen, nel 1989, e questo è un drammatico particolare.